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La Fauna in Australia.

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OPOSSUM

OPOSSUM DALLA CODA NUDA (Spilocuscus nudicaudatus)

L'Opossum dalla coda nuda è un animale che si trova nella parte più settentrionale del continente australiano. Ha circa le dimensioni di un gatto, zampe corte e armate di unghie forti e ricurve, pelliccia molto folta di color bruno con macchie irregolari nei maschi, uniforme nelle femmine. Da notare particolarmente è la sua lunga coda, pelosa alla base, nuda e ruvida nella parte terminale: essa serve all'animale da quinta mano e di giorno, mentre dorme, rimane arrotolata attorno ad un ramo. Questo Opossum è arboricolo, di abitudini notturne; durante le sue passeggiate attraverso l'intrico dei rami cerca foglie, frutti, germogli che sono la base della sua alimentazione; ma, se capita l'occasione, cattura e divora anche piccole prede viventi. Esiste, nella Nuova Guinea, un'altra specie simile, Spilocuscus maculatus, che si distingue per la tinta più chiara della pelliccia.

PETAURO DAL VENTRE GIALLO (Petaurus australis)

Il Petauro dal ventre giallo è molto noto: all'inizio del secolo milioni di sue pelli sono partite dall'Australia verso l'Europa e l'America. Infatti la pelliccia di questo piccolo animale è estremamente ricercata: è folta, morbidissima e di colore uniforme, grigia o marrone. Il Petauro dal ventre giallo è diffuso nella parte orientale dell'Australia; abita nelle zone boscose, è di abitudini notturne e si nutre, quasi esclusivamente, di giovani germogli di eucalipti. Ad una considerevole altezza dal suolo, nel folto dei rami, con rami e foglie costruisce un nido di circa 40 centimetri di diametro: qui si rifugia, allo spuntare dell'alba, per trascorrere dormendo la giornata. E' un animale mite che si abitua facilmente alla vita in cattività; non teme gli uomini e, se trova una finestra aperta, non esita ad entrare in una casa per visitarla da cima a fondo. Poiché mangia anche frutta, gli agricoltori gli rimproverano il saccheggio di vigne e frutteti. Questo grazioso animale notturno, pur non essendo un roditore, ci ricorda molto un grosso ghiro, tanto per le usanze che per l'aspetto.

PETAURO DELLO ZUCCHERO (Petaurus breviceps)

Il Petauro dello zucchero è uno dei più piccoli rappresentanti di questo genere di animali. Il suo corpo misura complessivamente 50 centimetri circa; la sua pelliccia è fitta, soffice, delicata, di color grigio chiaro. E' diffuso in tutta la costa orientale dell'Australia e vive nelle foreste, scendendo molto raramente dagli alberi. Il Petauro dello zucchero, come tutti gli animali di questa specie, ha abitudini notturne e, durante il giorno, se ne sta rintanato nel nido che prepara imbottendo di foglie la cavità di un albero. Per il suo nutrimento, anziché preferire i germogli come gli altri animali del genere, si ciba prevalentemente di frutta, fiori e insetti. Ama moltissimo le sostanze ricche di zucchero e ciò gli ha procurato il nome con cui è comunemente noto. E' tra i più agili scoiattoli volanti e, nonostante la sua piccolezza, con una sola planata può raggiungere i 60 metri. Essi stendono la loro membrana paracadute, detta patagio, nel corso di un volo planato; il patagio è attaccato alle "mani" dell'animale e la sua graziosa coda serva da timone. Questi animali sono ancora molto abbondanti in Australia e, per la loro agilità, la loro bellezza e la grazia dei movimenti, vengono spesso catturati e tenuti in prigionia, come avviene da noi per i veri scoiattoli.

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ACROBATE PIGMEO (Acrobates pygmaeus) - OPOSSUM VOLANTE MAGGIORE (Schoinobates volans)

Sono due Opossum planatori molto caratteristici: possiamo anzi dire che si tratta del nano e del gigante di questo gruppo. L'Opossum volante maggiore, soprannominato dalla sua scoperta, nel 1789, il "Nero volante", raggiunge le dimensioni di un bel coniglio. L'Acrobate pigmeo ha, sul fianco del suo patagio ripiegato, una piega chiara che corre lungo tutto il corpo. Bisogna notare anche la forma particolare della sua coda, aguzza e lunga un poco più della lunghezza del corpo: essa è fornita, su ciascun lato, di peli radi, lunghi e piuttosto rigidi che la rendono simile ad un timone, rigido o molle a seconda della necessità, che l'animale utilizza per orientare il suo volo libratorio verso l'alto o verso il basso, verso destra o verso sinistra. Questo grazioso animale ha un mantello piuttosto lungo, setoso, grigio bruno nella parte superiore, chiaro in quella inferiore. Un animale così piccolo pesa molto poco, di modo che non può realizzare voli molto lunghi; ma esso è agilissimo, tra i rami su cui si muove: è difficile seguire la sua corsa, le sue arrampicate, i suoi salti, anche considerando che è un animale dalle abitudini piuttosto notturne. La madre mette al mondo quattro piccoli per nidiata, che essa custodisce a lungo nella sua tasca, prima che siano capaci di saltellare dietro di lei. La coppia si costruisce un nido rotondo di foglie di eucalipto, molto simile a quello di molti uccelli, posto molto in alto sugli alberi. Questi piccoli acrobati si nutrono di termiti che prendono tra i rami morti e di nettare che attingono nella corolla dei fiori. Hanno un'indole mite ed abbastanza socievole, ciò che permette di tenerli anche in schiavitù. Per la loro grazia ed agilità diventano ospiti molto simpatici e piacevoli, che si possono nutrire con miele diluito nell'acqua o sostanze zuccherine di qualsiasi tipo. La femmina e il maschio di Opossum volante maggiore, hanno la pelliccia di differente colore: quella del maschio ha una tinta grigio-blu, mentre quella della femmina ed il piccolo sono di color marrone-bruno. Questi animali non sono tutti identici, ma quel che è certo è che, visti tra i rami degli alberi che essi percorrono con volo rapido, sembrano tutti molto scuri, direi quasi neri. Un'altra cosa da osservare è la forma triangolare del loro corpo, quando essi spiegano il patagio: questo, infatti, è attaccato al piede nella parte posteriore mentre, in quella anteriore, si attacca solo al gomito rimanendo così più largo dietro che davanti. Anche la coda è molto caratteristica: lunga, molto folta, piatta serve eccellentemente da timone. La testa, infine, è provvista di grandi orecchie frangiate da lunghi peli e di occhi rotondi da notturno. Questi animali hanno abitudini strettamente vegetariane: essi non mangiano altro che gemme e fiori di eucalipti, un albero decisamente molto apprezzato dalla fauna australiana. Gli Opossum volanti, agilissimi nell'arrampicarsi e nello spostarsi sugli alberi, sono invece molto lenti quando si trovano sul terreno. Secondo i migliori osservatori, i più lunghi voli planati eseguiti da questa specie di animali oscillano tra i cento e i centoventi metri. Se gli alberi si prestano, questi voli libratori possono proseguire all'infinito e dato che il possum volante può arrivare più in alto del suo punto di partenza, manovrando a questo scopo la sua superficie alare ed il suo timone, non gli occorre molto tempo per "seminare" definitivamente eventuali inseguitori. Per ogni parto la femmina mette al mondo un solo figlio. Finché il piccolo resta nel marsupio materno, non esiste alcun problema di trasporto, tanto più che in questa specie, come in molte altre varietà di Possum, il bebè è a bagno in una specie di soluzione viscosa che gli risparmia il minimo urto. Tutto cambia quando esce definitivamente dal marsupio e deve vivere la stessa vita dei suoi genitori, senza però essere capace di eseguire le stesse prestazioni di volo. La soluzione è molto semplice: il piccolo planatore si aggrappa alla pelliccia lanosa di sua madre e si lascia trasportare da lei, prendendo così utili lezioni di aviazione ed imparando ben presto a superare le vertigini. Guardandoli da vicino si potrà notare che alcuni di questi Opossum, volanti o no, hanno la loro mano bizzarramente conformata: anziché avere un pollice opposto alle altre quattro dita essi ne hanno due, opposti ad altre tre dita. Si vede distintamente questo dettaglio sulla mano dell'Acrobate pigmeo e su quella del Possum volante, in volo. Ciò dà sicuramente una migliore presa a questi animali quando, arrivando alla fine del loro volo, si posano sul ramo avvistato.

GIMNOBELIDEO (Gymnobelideus leadbeateri) - CODA AD ANELLO STRIATO (Pseudocheirus archeri)

Il Gimnobelideo è un animaletto affascinante che si differenzia dall'altro per la sua coda che non è prensile. Il Coda, chiamato dagli aborigeni "Tollach", è comune nel Queensland; è molto apprezzato dagli uomini e dai gatti tigre per la sua carne. Né l'uno, né l'altro sono volanti, ma sono entrambi molto agili e molto rapidi tra i rami degli alberi tra cui si muovono a grande velocità, quando li si disturba. Del Gimnobelideo si sa poco o niente: è un piccolo mammifero che misura una trentina di centimetri, dei quali più della metà spettano alla coda. E' una specie molto rara, che si pensa possa essere addirittura già estinta. La pelliccia è molto fitta e morbida, di color bruno per i maschi, grigio per le femmine. Per quanto riguarda il Coda, possiamo notare qualche dettaglio interessante: prima di tutto la doppia unghia del pollice delle sue mani Invece di avere due pollici distinti opposti alle altre tre dita, il Coda ha i suoi due pollici saldati insieme; solo le due unghie sono rimaste ben distinte, affiancate ed opposte alle altre tre dita. Si è notato, nei marsupiali australiani che presentano questa caratteristica, che queste due unghie sono generalmente usate dall'animale per pettinare la sua pelliccia, pulirla e togliere gli eventuali parassiti. Vedremo presto altre specialità che presentano altri marsupiali, sia per pettinarsi, sia per grattarsi, sia per cercare il loro nutrimento. Questi due Opossum passano, secondo gli zoologi, per forme primitive di animali volatori. Si noterà che la coda del "Tollach" è non solo prensile, ma anche appiattita lateralmente, come è la regola per gli animali volatori. Sono due animali arboricoli ed agili. Da questo a considerare che sono all'origine di una razza di Opossum ancor più arboricoli e migliori planatori non c'è che un passo. Purtroppo, ogni volta che si parla di evoluzione, anche all'interno di un gruppo di animali molto simili gli uni agli altri, siamo sempre obbligati ad essere prudenti. Quello che noi osserviamo, non può modificarsi davanti ai nostri occhi, poiché noi non viviamo abbastanza a lungo per questo. I duemila anni di "civilizzazione" sono molto corti rispetto alle decine di migliaia, alle centinaia di migliaia di anni che sono occorsi ad una specie animale per trasformarsi. Noi possiamo solo notare delle "tendenze": quella delle lontre che tendono verso una rassomiglianza con le otarie è un esempio particolarmente valido. L'evoluzione che si produce in una fauna isolata dal resto del mondo è sempre estremamente appassionante, per gli zoologi, poiché si può considerare un fenomeno in vaso chiuso che non si può osservare in nessun altro posto. Ecco perché le isole Galapagos, a cento chilometri al largo delle coste sud-americane, sulla linea dell'Equatore, in pieno Pacifico, costituiscono uno dei "laboratori" più preziosi che vi siano al mondo. E' là che il grande Darwin ebbe la prima idea della sua teoria sull'evoluzione delle specie e, anche se questa teoria è attualmente modificata in molti dettagli, resta un insieme di leggi fondamentali che hanno aperto la porta a tutta la zoologia moderna. Lo stesso è per l'Australia. Questo continente isolato dalla notte dei tempi, dove solamente gli uccelli, gli insetti e gli animali marini sono venuti ad installarsi in seguito, dove gli invasori hanno portato il solo animale non marsupiale, molto tempo fa: il cane Dingo, senza dubbio originario dell'Asia, come i suoi padroni, questo continente, dicevamo, ha conservato fino all'inizio del XVIII secolo la sua fauna speciale, intatta e completamente vergine da ogni incrocio, da ogni contatto. Il dramma è avvenuto quando gli europei hanno portato con loro, in Australia, degli animali che la natura non vi aveva assolutamente previsto. Animali a riproduzione placentaria, molto meglio attrezzati per la vita di questi poveri marsupiali dai rampolli ridicolmente deboli e piccoli. Cani, gatti, mustelidi, conigli, maiali, caproni, ovunque siano stati sbarcati si sono moltiplicati magnificamente, ma sempre a danno della fauna locale. Certamente cani e gatti sono responsabili della sparizione di numerose pacifiche creature erbivore australiane che fino ad allora non avevano conosciuto alcun nemico. La semplice presenza dei conigli e delle loro tane scavate per centinaia di ettari fu sufficiente ad allontanare i pochi ornitorinchi e le poche echidni della zona. Del pari, esiste una concorrenza tra animali che si cibano dello stesso nutrimento. Il Bilby, questo bandicoot di cui è già stato parlato precedentemente, è sempre stato raro nella pianura australiana; i milioni di conigli che vi si sono sviluppati l'hanno alla fine eliminato, come elimineranno, allo stesso modo, molti altri erbivori, soffocati dal loro numero. Se si aggiunge a ciò la pressione dell'uomo, la sua mania di distruggere tutto ciò che non gli sembra utile e che battezza con grande facilità "nocivo", possiamo immaginare a cosa si arriverà nel giro di non molto tempo.

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OPOSSUM GHIRO PIGMEO (Cercartetus nanus)

La denominazione Opossum, puramente australiana e senza alcun valore scientifico formale, indica ogni tipo di animale arboricolo appartenente a specie differenti. Sia i Possum che gli Opossum vivono tra gli alberi e si lasciano cadere in volo planato, di ramo in ramo. Essi ricordano, per chi non li conosce, dei tipi di graziosi topolini, ma solo in Australia i topi sono capaci di volare, o nei racconti delle fate... Tornando al nostro Opossum ghiro, diciamo che ha le dimensioni di un topolino delle case, il musetto appuntito, la pelliccia molto morbida, di color marrone scuro nella parte superiore, biancastra nella parte inferiore. E' un animale diffuso nell'Australia orientale e nella Tasmania, con abitudini completamente notturne. Durante il giorno esso rimane nel suo nido che, di solito, si trova nelle cavità dei tronchi; sonnecchia acciambellato in un modo tale che sembra una piccola, morbidissima pallina. Alla sera esce alla ricerca del cibo: nettare e polline dei fiori, petali, frutta ed, a volte, anche insetti e ragni. Si serve delle mani, dei piedi e della coda per aggrapparsi ai rami ed alle foglie e spostarsi con grande agilità. Una caratteristica è data dalla coda: essa infatti durante l'autunno ingrossa molto alla base, per l'accumularsi di una grande quantità di grasso che l'animale consumerà, poi, durante il letargo. Infatti l'Opossum ghiro, al sopraggiungere del freddo, cade in un profondo sonno che può durare più o meno a lungo, a seconda delle condizioni del clima. Questi animali si addomesticano con facilità e possono diventare una piacevole compagnia.

OPOSSUM STRIATO (Dactylopsila picata)

L'Opossum striato è un animale molto bello, raro, che vive nel nord del Queensland; il suo nome si spiega facilmente vedendo la sua pelliccia bianca, così graziosamente striata di nero sui fianchi e sulla testa. Non si sanno molte cose su questo animale, se non che saccheggia gli alveari di api selvatiche (mangia il miele e gli insetti) e che ha sulla punta della coda, tra i peli neri e bianchi che la terminano, una specie di sperone a forma di corno del quale non ci si spiega il ruolo. Si sa che lo stesso sperone a corno esiste nel ciuffo di peli che terminano la coda dei leoni, ma non si spiega la sua presenza nell'uno, più che nell'altro. Si noterà che l'Opossum striato ha un dito molto lungo, il quarto, su ciascuna mano. Questo dito, dotato di un'unghia appuntita, serve probabilmente a catturare le larve e gli insetti che esso cerca sotto la corteccia e nelle fessure degli alberi e dei quali fa il suo principale nutrimento. Si paragonerà questa particolarità a quella dell'Aiè-Aiè del Madagascar, anch'esso fornito di un dito molto lungo alle mani, che serve per lo stesso uso. Un'altra cosa da notare riguardo al Possum striato è che esso è capace di diffondere, quando è inquieto, un odore molto sgradevole. L'Opossum striato ha un "vestito" vivamente variopinto, molto simile a quello di due altri "puzzolenti" ben noti: lo Zorilla capense africano e la Moffetta americana. E' certo che questi colori molto contrastanti corrispondono spesso ad odori scostanti, negli animali che ne sono rivestiti.

DROMICIO NANO AUSTRALE (Dromiciops australis)

Dromiceius è il nome latino degli Emù, quegli uccelli giganti dell'Australia che fanno concorrenza ai Casuari. Non bisogna confonderli coi Dromici che sono dei piccoli Opossum arboricoli tozzi, dalla coda glabra e prensile, assai poco noti e molto rari.

TARSIPE OPOSSUM DEL MIELE (Jarsipes spenserae)

Ed ecco, infine, un altro Possum decisamente minuscolo: esso misura circa sette centimetri di lunghezza, più otto centimetri per la coda. Noteremo subito il suo lunghissimo muso appuntito ed i suoi grandi occhi neri da notturno. Il nome che gli è stato dato, Opossum del miele, ci spiega subito le sue abitudini alimentari. Questo animaletto, infatti, così simile ad un topo, vive tra gli alberi e si nutre del nettare dei fiori. Il Possum del miele si è adattato così bene a questa alimentazione che i suoi denti si sono quasi completamente atrofizzati; la sua lingua, al contrario, si è allungata ed ha, all'estremità, una specie di spugna che esso passa nei fiori per raccogliere polline e nettare. Il suo lungo muso appuntito gli permette di esplorare fino in fondo al loro cuore zuccherino i vari tipi di fiori che incontra. Esso inghiotte così tutto il miele, il polline, il nettare ed anche i piccoli insetti di ogni tipo che trova nei fiori, impegnati a nutrirsi come lui. In effetti, il Tarsipe ha adottato lo stesso genere di vita degli uccelli mangiatori di nettare: come loro esso costruisce, sul ramo di un albero, un nido di erbe secche, rotondo (a volte approfitta di quello già costruito da qualche uccello e che si limita ad adattare ai suoi bisogni). Si sposta tra la vegetazione, nella notte, con un'agilità straordinaria: le sue piccole mani possiedono dei pollici opponibili alle altre dita e la sua lunga coda sottile, perfettamente prensile, gli serve da quinta mano. Esso se ne serve per sospendersi nel vuoto; va, viene, si arrampica, discende e passa in rivista tutti i fiori succulenti che incontra. A mano a mano che le fioriture avvengono e spariscono, l'Opossum del miele opera delle migrazioni a gruppi più o meno numerosi, poiché non può, evidentemente, fare a meno di questo nutrimento zuccherino. Durante il giorno, questo animaletto prettamente notturno, rimane nel nido acciambellato, avvolto nella sua stessa coda ed immerso in un sonno profondo dal quale si sveglia solo al calar della sera. Per le sue abitudini notturne ed arboricole, è molto difficile vedere questi animali, anche se sono assai comuni. Si abituano molto bene anche in cattività, lasciandosi facilmente addomesticare.

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